L’attuale mercato ittico di Ancona, venne inaugurato insieme alla Fiera della Pesca nel 1948 dall’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Andava a sostituire il precedente manufatto che era stato creato nel 1926 a seguito della normativa nazionale che voleva eliminare la vendita all’asta del pesce sulle banchine.
Negli anni 30 il mercato conobbe un continuo sviluppo dovuto essenzialmente all’aumento del numero dei nuovi motopescherecci, molti provenienti da Civitanova Marche e da Porto Recanati che, per la loro stazza, erano troppo grandi per poter più approdare nei porti d’origine.
La seconda guerra mondiale provocò la distruzione del manufatto mercatale e i locali per la vendita vennero trasferiti nel rione Archi.
La difficoltà per il conferimento del pescato alla vendita spinse però i pescatori, già allora organizzati in cooperativa, a chiedere che fosse ricostruito un nuovo mercato dentro la zona del Mandracchio.
Lì nel 1947 venne posta la prima pietra e prese subito il via la costruzione.
Il mercato, concepito come un grande contenitore provvisto di aste meccaniche e locali di servizio, fu il primo moderno mercato ittico costruito in Italia.
La vendita del pesce non veniva più affidata alla “grida”, cioè alla vendita a voce, ma veniva regolata da due aste che permettevano ai commercianti di osservare il pescato e stabilirne il prezzo.
Alla fine della seconda guerra mondiale Ancona era una città distrutta sia dal punto di vista abitativo che da quello produttivo. In particolare la zona portuale aveva perso tutti gli impianti industriali otre al sistema infrastrutturale. Già nel 1946 si dotò di un Piano di Ricostruzione necessario per dare una prima risposta alle distruzioni causate dai bombardamenti sia per adeguarsi alle norme della legge urbanistica del 1942.
Nel Piano di Ricostruzione si affrontarono in maniera organica le questioni abitative, dei servizi e quelli infrastrutturali come il porto, la ferrovia e il sistema della viabilità. Per la prima volta si affrontò l’endemico problema, non ancora risolto, del collegamento viario con il territorio. Il Piano prevede il primo consistente rinterro deel porto nella zona a ovest del Lazzaretto.
Uno dei principali artefici del Piano fù l’architetto Gaetano Minnucci, di origine marchigiana (nato a Macerata nel 1896) laureatosi a Roma e dove partecipò negli anni venti alla costituzione del movimento italiano per la l’architettura razionale (MIAR) composto da una cinquantina di architetti.
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Un esempio esemplare di architettura razionalista di Minnucci è il mercato del pesce di Ancona una perfetta unione tra struttura e forma. L’edificio costruito nel 1955 si colloca nella nuova area industriale, proprio al cospetto del Lazzaretto. Il prof. Antonello Alici definisce l’edificio: “un’opera magistrale. Il nitido volume dall’intonaco bianco è concepito seguendo i flussi funzionali della lavorazione, dall’arrivo dei pescherecci fino alla partenza del pesce venduto, il cuore nella Sala delle Aste resa monumentale dal semplice gesto della volta sottile che si distende su archi rampanti sostenuti da cavalletti inclinati ed esaltata dalla sapiente illuminazione che giunge dai due fronti opposti, caratterizzato quello principale dal frangisole ad elementi verticali in cemento armato”.
Testo di Ing. Sauro Moglie
Un esempio esemplare di architettura razionalista di Minnucci è il mercato del pesce di Ancona una perfetta unione tra struttura e forma. L’edificio costruito nel 1955 si colloca nella nuova area industriale, proprio al cospetto del Lazzaretto. Il prof. Antonello Alici definisce l’edificio: “un’opera magistrale. Il nitido volume dall’intonaco bianco è concepito seguendo i flussi funzionali della lavorazione, dall’arrivo dei pescherecci fino alla partenza del pesce venduto, il cuore nella Sala delle Aste resa monumentale dal semplice gesto della volta sottile che si distende su archi rampanti sostenuti da cavalletti inclinati ed esaltata dalla sapiente illuminazione che giunge dai due fronti opposti, caratterizzato quello principale dal frangisole ad elementi verticali in cemento armato”.
Testo di Ing. Sauro Moglie